504 – Preparato a base di Urtica dioica L.

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Secondo Steiner l’Ortica è legata  al pianeta Marte e agli elementi fuoco e terra, all’elemento chimico Ferro e conferisce forze finalizzate all’ordine. L’Ortica, deve infatti il suo nome al verbo latino “uro” che significa incendiare, dare fuoco: è infatti la pianta che brucia, che infiamma chi va a contatto con i suoi peli orticanti.

Non è pianta tipica dei campi lavorati o coltivati, infatti predilige gli incolti, i luoghi abbandonati, i ruderi e le ferraglie abbandonate, i bordi dei fossi. È anche pianta caratteristica dei terreni disordinati dal punto di vista nutrizionale, che presentano squilibri di azoto (in particolar modo eccesso di nitrati) e di ferro. Ma grazie alle sue particolarissime caratteristiche, riesce a riequilibrare  questi terreni che, dopo la sua crescita, si presentano trasformati in un terriccio morbido e straordinariamente fertile. La sua azione nel cumulo, nel terreno e dunque anche nella pianta è proprio quella di mettere ordine, di orientare in maniera corretta i diversi processi di decomposizione delle sostanze organiche e le reazioni metaboliche nelle piante.

Viene raccolta in primavera all’emissione della quarta-quinta foglia, quando è nel periodo ottimale per il suo utilizzo alimentare, ma anche dopo la fioritura in estate inoltrata, a partire da metà agosto, nelle ore più calde dei giorni del Leone, in luna crescente, per concentrare al massimo le energie di fuoco che la contraddistinguono. Dopo l’appassimento viene inumidita con un decotto sempre di ortica e interrata nei mesi primaverili-estivi a 30-40 cm di profondità all’interno di un sacco di juta e lasciata a maturare per un anno intero. Al termine di questo periodo, si presenta come una sostanza scura, profumata, di natura colloidale.

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